Tra le mille illusioni e le vane speranze, sto
perdendo la magia di quei giorni venuti per caso.
Una corsia d'ospedale, un letto e un ennesimo
intervento: il secondo in 4 mesi, il quarto nella mia vita di 23ennne.
Poi un infermiere. Una persona che si prende
cura di te per mestiere, si direbbe; no, in quegli attimi era molto di
più.
Ogni volta che lui entrava dalla porta della
camera 2, si respirava una nuova aria; più rarefatta o solo più
intensa e tranquillizzante.
Nei suoi occhi traspariva tenerezza e questo
è tutto, specie quando sei un paziente. Nelle sue mani la dolcezza
aveva trovato casa e aveva assunto una forma tutta speciale, solo per me.
In un attimo passare dall'imbarazzo alla sicurezza;
sentirsi immersi in un nuovo e piacevolissimo stato d'animo.
Sembra incredibile che questo possa succedere
in un letto di ospedale.
Ma non ho mai visto ne provato nulla di simile,
di cosi intenso e coinvolgente prima.
Poi iniziano le premure, le attenzioni
e le sue cure si dedicano principalmente a me. Le mani si stringono, una
carezza colma l'amarezza di un destino sempre uguale.
Quegli occhi che danno pace all'animo, mi guardano
per l'ultima volta; e cosi, una mattina ed un intera notte si sciolgono
nell'addio silenzioso.
C'è il gelo nel sangue e la paura di quel
brivido nuovo. Non ci sarà più un'esperienza così;
cullare quel brivido nei miei ricordi; quelle vibrazioni del cuore e la
dolcezza di quelle mani, chiuse nella scatole del cuore, resteranno a riscaldare
le mie notti. |