Il candido ordine sociale di ragionare

Luca Zannier


 
 Febbraio 2001. Notte. Occhi accesi, luce spenta. Penso.
Marzo 1997, prime piogge, primi raggi di sole che riscaldano la terra, fiori, foglie secche che giacciono nell'erba alta. Madre che mi urla in tutte le lingue, chiedendomi giustamente sempre perpiacere, di tagliare il prato.
Accendo il tagliaerba, fumo nero, dopo qualche scoppiettio, rumore di giri regolari. Partenza.
A metà dell'opera, pausa cicca. Seduto su uno scalino, fisso il lavoro svolto adeguatamente bene anche se non completo. Non completo, esattamente, una parte ordinata e una disordinata. Domanda, quale attira più l'attenzione? Essermi dato una risposta subito, sarebbe stato ingiusto perchè contaminata dalla fatica e dall'orgoglio, avrei dato il mio voto, sicuramente, alla parte ordinata. Altra immagine, quadro, pittura. Una tela con colori allineati e graduati dal più chiaro al più scuro (perfetto ordine), l'altra con pennellate in ogni direzione, più leggere e più dense, il caos (disordine assoluto); chiudo gli occhi, mi rifaccio la domanda, aprili e dimmi quale attira di più l'attenzione? Risposta disordine. Ma penso che tutto sto ragionamento non serva un cazzo, chiuso lì, finito di tagliare l'erba, mancia spesa a fumarmi canne.
Passano quattro anni, riappare quel pensiero, nella mia stanza buia. Cosa faccio? Ragioniamoci. 
Lampada fissa: dizionario lingua italiana, Devoto Oli.

Ordine s. m. 1. Disposizione funzionale e conveniente che si realizza... part. Connesso con origini militari, connesso con l'osservanza di norme e regolamenti inerenti ad una attività personale o col rispetto delle leggi e degli ordinamenti civili, il complesso dei quali costituiscono la "norma fondamentale della società"; 2. Nella chiesa cattolica, ciascuno dei gradi della gerarchia ecclesiastica che conferisce la potestà spirituale relativa. 3. Espressione di una volontà nei rapporti da superiore a subordinato... Sinonimi: disposizione regolare, armonica, comoda, assetto, coordinazione, sistemazione, classificazione. Successione. Corporazione, ceto, classe. Comando, ingiunzione, ordinanza, decreto, editto. Contrario: Disordine.

Disordine s. m. 1. Spiacevole e svantaggioso modo di presentarsi o di condursi, provocato dalla perdita dell'appropriato e conveniente criterio di dislocazione, disposizione, distribuzione... 2. Funzionamento vistosamente irregolare. 3. Mancanza di freno o di controllo; eccesso. 4. Turbamento dell'ordine pubblico, tumulto popolare.
Sinonimi: caos, scompiglio, subbuglio, soqquadro, baraonda. Confusione, agitazione, sconvolgimento. Disorganizzazione. Sregolatezza. Scompostezza. Tumulto, rivolta. Contrario: Ordine, regolatezza.

Riporto il tutto su un foglio ed esamino bene le parole e gli aggettivi. Constatazioni normali. Curiosità:

Bianco: alcune definizioni: della sensazione visiva prodotta dalla luce solare o da luce di effetto equivalente, racchiude tutti i colori della scala; di biancheria, pulito; figurativo: puro incontaminato.
Sinonimi: sempre candido, pulito, incontaminato, puro. Contrario: Nero.

Nero: alcune definizioni: Capace di assorbire tutte le radiazioni ottiche che riceve, in modo da non rimandarne alcuna che ecciti l'occhio. Anche con riferimento al colore o alla scarsa igiene della pelle. Simbolo del lutto, dell'angoscia, della disperazione, di cattivo augurio o di pessimismo, di monotonia, od ostilità cupa, di grave preoccupazione, con allusione all'inferno, anche del male o della colpa, coscienza macchiata, in riferimento al losco, criminoso, clandestino.
Sinonimi: negro, corvino, fosco, scuro. Avverso, sfortunato. Luttuoso. Triste, duro, cattivo. Contrario: Bianco, chiaro. Lieto.

Molto bene, soddisfatto, con il foglio davanti pieno di spiegazioni e di aggettivi, mi accendo una sigaretta.
Ultimo cerchio di fumo e sguardo sul foglio. Ordine disordine, bianco nero. Sembra fatto apposta, molte similitudini. Nella descrizione dell'ordine e di bianco si possono trovare molti apprezzamenti, nel disordine e nero tutto l'incontrario. Alcuni accostamenti, chiesa, milizia nell'ordine, bianco, pulito, incontaminato... rivolta, malavita, sporcizia, negro tra le altre nel disordine e nero.
Ma non mi pare che tutto ciò rispecchia la realtà o la mia tale visione, non mi pare proprio che la chiesa e la forza, appunto, del "ordine" siano così pure e incontaminate....
Comunque, facciamo piccoli passi alla volta. Secondo la scienza da dove ha origine il mondo? Dal caos. La curiosità umana, i grandi filosofi perché esistono? Perché si sono posti delle domande sull'ignoto, su ciò che non conoscevano, su ciò che, in un certo senso, non vedevano: quale è la causa per cui uno ha paura del buio? Perché nel buio non vedi, non conosci. L'ispirazione di un poeta, di uno scrittore, di un autore molte volte è presa nella notte o da tutto ciò che fa cornice in una notte, la luna, le stelle... piccola parentesi, io per esempio, riesco a scrivere solo di notte, e come me penso molti altri... notte, buio, nero: tranquillità, possibilità di pensare. Disordine uguale a rivolta, contestazione: penso che il mondo si sia svegliato grazie alle rivolte alla contestazione di qualcuno. 
Il disordine penso, al contrario dell'ordine, sia qualcosa che cambia sempre, è sempre in movimento. Lo si può legare a uno dei primi filosofi, Eraclito (tutto scorre, ogni cosa muta, tutto diviene) è vero, il suo pensiero era comunque ordinato da altre forze e nel suo tempo fu in lotta con molti; però Hegel lo definirà il padre del pensiero dialettico, Nietzche l'espressione dell'innocenza ovvero di una visione a-morale, o pre-morale dell'esistenza. Perché ho preso d'esempio Eraclito? Perché Eraclito (oltre al fatto che lo definirono l' "oscuro", ma per altri motivi) a differenza di Parmenide affermava che bisognasse seguire i sensi per capire la nascita e l'evoluzione del mondo. Ecco, i sensi. Al contrario dell'ordine, preciso e fisso, il disordine, sempre in movimento, nuovo, strano e sensibile. Dal disordine può nascere sempre qualcosa di diverso, non è legato a nulla. Sensi-disordine-movimento-novità. Giungo alla conclusione... vince disordine-nero dieci a zero contro Ordine bianco.
Ma, sorge un dubbio, possibile che debba arrivarci con tutti questi ragionamenti, che poi siano o non siano accettati da altri, è un risultato completamente opposto a ciò che mi ha insegnato il sistema, la chiesa, il dizionario, le favole.
Si, le favole. Avete mai provato ad esaminare le favole? Buono uguale a: paffute bianche, sprizzanti simpatia e dolcezza, bambini, bambine, fate, animali e sempre situate in luoghi dove il sole splende anche di notte... cattivo: magre rompiscatole, cupe, animali e sempre situate in luoghi dove il sole non batte mai, tetra oscurità. E le favole sono le prime che formano un bambino. Poi la religione, le immagini... le immagini sono un arma malvagia che distrugge la fantasia e la capacità di pensare. Esempio dottrina cristiana. Bambino/a sui sette anni. Il prete rappresenta Gesù, attraverso dipinti di vari pittori, come uomo bianco con aureola e luminosità intrinseca. Gesù, sempre se sia esistito, ma ciò non m'interessa, abitava in una regione dove la maggior parte della popolazione era africana, di colore nero. Lo descrivono, me lo sono andato a leggere per scoprire se era vero, dopo aver visto Malcom X circa cinque anni fa, come uomo dai capelli lanosi e la pelle d'ebano. Ricordo chiesa uguale ordine uguale bianco. 
Tutto ciò mi sorprende. Sposto lo sguardo ed il pensiero al mondo attuale. Situazione. Guerre, ritorno del fascismo e della xenfobia, classi sociali, divisioni razziali (ricordo le trovate nei sinonimi di ordine). Prendo spunto da un esempio di un grande, Padre Alex Zanotelli ribellatosi alla chiesa cristiana e tendente alla causa africana, che dice: "il mondo è come un calice di champagne, il 15% della popolazione ha in mano le ricchezze dell'85% della terra, l'85% della popolazione il restante 15%", ne deriva la classificazione di primo, secondo e terzo mondo; niente male, ci siamo creati nella nostra piccola e malconcia Terra, ignorando se esistano altre vite oltre alle nostre, già tre mondi... ripeto, niente male. E poi, solo dopo che una sbarbata, una bimbetta che grazie all'aiuto del suo spasimante fa a pezzi la madre e il fratellino, ci si accorge del disagio giovanile? Il caso di Novi, i matti sono sempre esistiti e ce ne sono anche troppi al potere, penso, possibile anche che sta ragazzetta fra poco giustifichi il suo atto per paura della mucca pazza, magari sperava che la carne dei suoi parenti non fosse contaminata. Possibile. Solo dopo un atto così malato ci si può accorgere di un disagio giovanile, per altro evidentissimo? Smercio di droga, di tutti i tipi, a portata di tutte le età, nessun valore solo superficialità. Prendo in esame singoli casi e varie ed eventuali cazzate o simili. Politica. La politica, a parer mio, sarebbe un grosso punto di partenza per discutere; ma con la nostra situazione cosa vuoi discutere, la simpatica faccia tosta di quattro attori comici e incapaci alle prime armi?...Musica. Un'altra arma che se usata bene, influisce sulle generazioni, caso anni '70. Io frequento i centri sociali, ciò non toglie che ho avuto la possibilità di andare in una discoteca (musica dance e progressive è al momento la maggiore ascoltata dalla massa giovanile). Sono entrato. Prima scena: sbarbati con grugni da botte chimiche collassati su vari divanetti. Primo ascolto: la musica, può anche dirsi soddisfacentemente attiva e non noiosa. Messaggi da codesta musica: nessuno, l'unico captato dalla voce di un vocalist: vi voglio veder volare con la pasticca in gola. Chiudiamo qui. Si commenta da solo. Cultura, Poca. Nozioni, molte. Tanta, tanta moda: moda uguale superficialità. E tutto contornato dal benessere economico generale e quindi nessuna volontà di vivere, inteso come vivere. Quadro risultante ai miei occhi: scarso.
E allora, cosa intendiamo fare? Nessuna idea, anzi molte, troppe ed irrealizzabili per giudizio: utopia da parte di quelli che avrebbero la facoltà e i mezzi per realizzarle. Nel senso, che bisognerebbe ricreare la politica, la vera musica, la vera cultura e far si che un bambino cresca con idee giuste e con sempre più accentuata curiosità.
In questo ragionamento ho attaccato, tra l'altro, le grandi favole, i primi insegnamenti. Provo ad inventarmene una, non garantisco il risultato..... (continua ABU e AMIO)



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Data di pubblicazione 4/3/2001
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