Nadine.
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Ti guardo mentre dormi,
sento il tuo dolce respiro
e il mio cuore si riempie
di una gioia così immensa
che quasi fa male.
Non ricordo più com’era la mia vita
prima che arrivassi tu:
sei il mio passato.
Ogni istante che vivo sei nei miei pensieri:
sei il mio presente.
Attraverso i tuoi occhi vedrò il mondo
di domani:
sei il mio futuro. |
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Rinascita.
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Lontani sono ormai i lunghi anni d’inverno,
i rami nudi,
indifesi dal gelido abbraccio del vento.
Ora sono pesco a primavera,
i rami fiorenti di germogli,
pronto a risorgere a nuova vita. |
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Nuvola.
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Nuvola,
ti ho vista vagare nell’immensità del
cielo,
ti ho creduta libera,
ho invidiato la tua libertà.
Ora so che sei solo un cavallo,
che il vento imbriglia
e porta via con sé. |
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Souvenir.
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Ago nelle vene,
strada ferrata su cui viaggia la morte.
Sangue che schizza via,
come sasso lanciato dalla fionda.
Leggerezza, libertà, felicità.
Paradiso d’illusioni.
Solitudine, disprezzo, angoscia.
Inferno reale.
Lividi scuri sulla pelle,
macchie rosse sulla camicia,
segni della colpa,
che feriscono gli occhi e l’anima,
unici souvenir del viaggio. |
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Ricordi e immagini.
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Ricordo,
i tuoi lunghi capelli neri,
mossa cornice,
ad un viso dal pallore spettrale.
Ricordo,
la profondità intelligente dei tuoi occhi,
sposata a sguardi d'insoddisfazione e follia.
Ti rivedo,
a terra,
gli occhi persi nel vuoto,
ignara del disprezzo della gente,
incurante della pioggia che ti bagnava
e ti gelava l’anima.
Ti immagino,
portare l’ultima sigaretta alle labbra,
avvicinare l’accendino,
e aprire la porta alla morte.
Immagino i tuoi capelli neri,
diventare di fuoco,
il tuo viso pallido,
arrossire nella fine,
la tua anima scaldarsi
e trovare la pace,
i tuoi occhi spegnersi,
per sempre.
Una tanica di benzina,
muta testimone della tua agonia. |
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Sola.
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Sola,
affronto il mio destino.
Realtà,
che svaniscono in sogno,
solidi pavimenti,
che divengono paludi fangose,
e sprofondo.
Allungo le braccia,
cerco appigli,
mani amiche che mi afferrino,
ma come fumo
sfuggono tra le mie dita.
Riemergerò,
lo so,
per sprofondare
e riemergere di nuovo.
E ancora, ancora, ancora…
Sempre sola. |
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