Se il nostro ragionamento
dovesse morire, cadrebbero
le pareti della nostra vita
(certo uno dei luoghi
più strani del mondo)
per cui a volte mi chiedo
se non devo fin d’ora
dare l’allarme, alzare
almeno la mano dell’inquietudine.
Ma guardando quelle facce
non mi sfuggirà una parola.
Se ci penso ho davanti a me
migliaia di pagine sconosciute
non conosco i particolari
della mia anima.
Quest’afa subdola
che mi costringe a forzati ozi
e a squarci di ragionamenti
bozze di parole sudate e pungenti
come gomene lanciate per l’attracco
sopra un mare blu profondo
un disgusto sottile
nella tensione che s’allenta
forse paura
mi porto inutilmente frasi
lungo le strade
qualcosa accade di nuovo
mentre tutto si smarrisce
e io sto seduto al limitare
di un bosco, con l’anima fiacca
turbata da un fruscio
tenera e brancolante.
Al di là del confine
dove il tempo rallenta
ricordo e desiderio
una cosa importante
che emerge, mentre le altre cose
arretrano sempre più
mute e morte
sgretolate dal mio sguardo.
Nessun inserviente viene
ad accendere lumi
(la casualità dei nostri rari riposi
malinconici eppure risoluti).
Tutta la vita mi appare remota
divento sempre più leggero e più
chiuso
mi resta solo un tono d’indulgenza
nelle parole: sotto c’è uno spazio
vuoto.
Una sofferenza asciutta
di fronte alla velocità della vita
che impedisce di ascoltare le voci.
L a fuga verso il futuro
unica speranza metodologica
numeri immaginari della mia matematica rudimentale
la fuga è un sentimento
un cielo azzurro pieno di nuvole
percorso di salvezza, improvviso
viaggio solitario verso altri momenti,
altre voci. L’estraneità al presente
è la molla.
Non so se adesso ogni altra parola
è superflua, sono ancora vivo
ma il fenomeno non interessa
le scienze naturali
Dovresti portarmi una lampada
ho scritto fino ad ora, poi
ho alzato adagio lo sguardo:
mi interrompo e mormoro "scommetto".
L’acqua è arrivata con la notte
mentre sull’oscura riva
indugia pigramente il calore
del giorno, il mio.
Emergono facce sconosciute
la sensazione d’essere stato diverso.
Un oscuro taglio sanguinante
indugia sotto la pioggia
arriva la stanchezza
come l’acqua di notte
emergono sensazioni diverse.
In questo momento
ognuno se ne va per conto suo
senza aggiungere altro.
Un corpo pigro, molle e greve
non basta più a trovare alleati.
Un bagliore s’agita confusamente
nel buio, soffia anche
un vento violento. |