Sogni.
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Sogni, sono strade confuse
Strisce di luce e ombra
Animali liberi,
linfa nelle vene di un mondo confuso, represso
voci dei morti
silenzio tra i vivi,
realtà diverse
fuochi fatui ribelli
a questo realismo
forze strane
che ci lambiscono come le onde del mare.
Come l’aria sfiora
il viso e i campi
culla di mille profumi…
Equilibri instabili
tra me e me stesso
Ogni giorno ad aspettare
nuove spinte, nuove idee
forze che già scorrono
dentro di me
a caccia di uno sfogo…
Può capitare, sai, di sentire
Le voci di mille parti e mille aborti
della mia anima
nella mia anima
e così vivo i miei sogni
do vita ai miei sogni
mi appoggio ai miei sogni,
sogni. |
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Nuvole.
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Sto resistendo
a te e a me stesso,
alle bugie e al nero che si fa largo
alle nuvole che cullano il mio sonno,
costanti, e ipnotizzano la mia mente
in giri, e cerchi, e figure mutevoli e instabili,
slegate, indipendenti e libere,
prive di forma e di caratteri…
Sono come pensieri, alti, beffardi e irraggiungibili,
messaggeri eterei di altre menti, volti e paesi,
valigie di sogni pronte a un viaggio infinito,
frecce bianche e dissolte senza un bersaglio
timide macchie che, come bimbi,
giocano
e si rincorrono nel cielo
spensierate e superiori
dolci vie di fuga. |
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Un segno.
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Dammi un segno
una carezza, una parola,
un sospiro
che mi faccia capire che sei ancora lì
al mio fianco
rompi questo silenzio
perché tutto è duro
e l’aria mi soffoca
e la voce mi si strozza
nel dire “ti amo” e non sentire risposta.
Così i demoni del mio cuore
salgono alla realtà
per reclamarmi
alla solitudine
di cui sono il re e lo schiavo
e faccio delle mie catene una corona
ma nessuna tua parola rompe questo sogno
e ora niente è sottinteso
ho bisogno di te
niente è ovvio,
niente è evidente
tranne il fatto che sono solo
e che ho bisogno di te;
è il tuo amore che voglio
è un tuo segno che aspetto
e in quel gesto ripongo me stesso,
la mia vita, i miei sogni e le speranze.
Fallo, o rimarrò qui,
come un guscio vuoto… Solo. |
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In una notte come questa.
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E’ in una notte come questa
che dissi di amarla,
scevro dalle nere ombre
a cui mi sentivo invulnerabile.
L’immagine,
e torno alla violenta frusta della realtà
presente
alla durezza della condizione
e all’ineluttabile dimenticanza
mentre solitudine madre generosa mi allarga le
sue braccia
e le sue spire di serpente
Torno sulla strada in cui combatto per me stesso
eppure tutto sembra vuoto e vano,
tutto stanca.
E l’aria soffocante di un lunedì all’una
sulla strada di casa
diventa un istante,
una chiazza di sensi di colpa.
Il silenzio delle scuse inutili è il mio
conforto;
la dolce musicalità delle tue mortali
parole
mi uccide e mi resuscita,
e nulla è concluso, nulla è fermo:
allora perché sono convinto di vedere
le mie mani avvinte nell’edera dell’inganno?
In una notte così mi volesti bene;
In una notte così mi uccidi.
In una notte come questa, forse, ucciderò
il mio odio
e ti sarò accanto
per sempre. |
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Falene nere.
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E’ letale questa calma
e questa stasi
quest’afa e questo silenzio
che grattano
pietra contro pietra
la mia inquietudine levigata dal vento.
Sforano in mille prose e mille versi
i colori che dipingono la mia anima
e sono vento che rimbalza
sugli spigoli del mondo
e fanno rumore dentro me,
che ti volo incontro
come una falena nera e la sua luce irraggiungibile,
ed è solo attesa,
per raggiungerti e morire
o continuare
sfiorandoti e volando oltre
con una ferita
bruciante ed indelebile
sull’onda di un pensiero
che non c’è mai stato
e va dimenticato,
forse cancellato,
dalle spire della memoria,
e ascolto il lento battito
del mio cuore in fuga
e ascolto il rumore
dei miei passi senza più paura
e sento il suono indescrivibile
di altre, molte, silenziose
falene nere. |
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