Destino

Tonino Pantò


 
 
13 giugno 2000
 Dio com’eri bella quella sera, quando ti ho incontrata, l’ebbrezza del mare sulla mia schiena e le ciocche dei tuoi capelli sul mio viso, ricordo quel bagliore riflesso dal mare sui tuoi occhi, sembrava che la luna fosse complice del nostro amore. Eri radiosa come un bocciolo di rosa, le tue labbra morbide e vellutate quasi intoccabili, ma quando quei due petali si schiusero in un raggiante sorriso, capì che saresti stata il fiore più bello del mio giardino, che ti avrei curata e coccolata come un cucciolo a cui gli era stata donata la vita, mi resi conto che non eri tanto distante dal mio cuore, che in silenzio ascoltava il ritmo del tuo amore. Unite le mie labbra alle tue risentii il sangue scorrere in me i nostri battiti si unirono in una melodia quasi irreale, che solo il nostro sentimento poté sentire.
Era un sentimento d’amore, che nacque in quella splendida serata d’inverno, il freddo che ci circondava si tramutò in un manto morbido e pieno di calore, che ci avvolse in un unico gambo con due splendidi boccioli, che ai primi tiepidi risvegli di primavera, avrebbero donato il seme del loro amore ad una splendida farfalla, che gioiosa sarebbe andata in giro per il mondo portandolo con se.
Ero felice, felice di aver trovato ciò che Dio dandomi la vita separò da me, era immenso, immenso l’amore che provavo per te, mi sentivo come un letto di un fiume arido, investito da una fresca e dolce scia d’acqua, che s’ingrossava man mano che il tempo rafforzava il nostro amore, un amore per me unico e  per sempre. La notte trascorse, la luna testimone del nostro sentimento s’immerse in quell’orizzonte che mi sembrava più vicino, i miei occhi riacquistarono la luce, ed il sole mi sembrava più caldo, più grande quasi raggiungibile, ma il mio cuore urlava, gemeva, perché rivoleva sentire quella melodia che lo aveva imprigionato, le mie mani volevano sentire il calore della tua pelle, la mia mente voleva cibarsi della tua conoscenza, ero impaziente di rivederti, come una madre dopo un’attesa estenuante voglia vedere il frutto del suo amore, così ci rivedemmo, splendida meraviglia, Dio aveva dato in te il dono dell’amore, che tu donandomi mi hai reso la gioia di vivere.
Mentre il nostro amore cresceva, il tempo segnava i nostri visi, ma i miei occhi vedevano sempre quel sorriso splendido che attraversava il tuo volto, le notti si riempivano del nostro odore, i giorni del nostro candore, gli sguardi della gente erano pieni di gelosia, per quanto grande era la nostra armonia. Ricordo quella notte come se fosse oggi, fresca era l’aria, e piena era la luna, rosso era il tuo vestito, come il colore del tuo sorriso, i nostri sguardi s’incrociarono e ancora prima che capissero il desiderio che emanavano, i nostri corpi si unirono, nessun timore, nessun rancore era presente nei nostri cuori, sapevamo che quello era solo l’inizio di ciò che ci stava crescendo dentro, un sentimento ancora acerbo, ma che con il tempo sarebbe maturato in un frutto dal sapore delicato.
Tutto ci siamo concessi, ogni vizio, ogni gioco, quante promesse ci siamo fatti, e quante bugie abbiamo detto agli altri, tutto per il nostro desiderio, un desiderio di passione, che ogni giorno voleva conoscere nuovi confini, quanti posti e quanti luoghi, sono testimoni del nostro amore, non conoscevamo limiti, nulla ci temeva, eravamo l’uno accanto all’altra, e questo ci bastava per essere tanto forti da sfidare il destino, unico e solo vincente.
Gli anni continuavano a correrci intorno, quasi volessero infierire su di noi, non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo attorno a me, i miei occhi si erano come atrofizzati, non vedevano il male che mi si aggirava intorno, sentivo la sua presenza, ma non la sua importanza.
Era iniziata l’estate, una di quelle che ti leva il respiro, calda e afosa, un giorno, lui mi venne a trovare, un destino crudele mi prese per mano e mi condusse da te, ignara della mia presenza, ti vidi scherzare, allegra e soave, con chi si sarebbe rivelato, ciò che il destino mi aveva svelato, era quel velo che oscurava i miei occhi, era il male che sarebbe entrato nei nostri cuori, e che avrebbe incrinato il nostro amore.
 

Da allora mia adorata, la melodia che invase il tuo cuore cessò, dando vita ad un ritmo irregolare,
che confuso, scisse in due quell’armonia nata dal nostro amore, una parte di esso cedette a chi ormai non mi era più estraneo. Quello è stato l’inizio del mio tormento.
Dolci erano le tue parole, sincere erano le tue bugie, mi dicesti che nulla di ciò che avevo visto era reale, tutto era fantasia della mia mente, e che nulla poteva incrinare il nostro destino. Avevi ragione, un destino già scritto, un destino che ben presto si sarebbe tramutato in ciò che avrebbe distrutto la mia vita.
D’allora mia cara sei cambiata, freddo era diventato il tuo sorriso, e triste era il volto che riflettevano i tuoi occhi, il tempo scorreva impetuoso, fino al giorno che il mio cuore decise di unirsi per sempre al tuo, tutto hai deciso, tutto hai segnato, fino al gran giorno che presto è arrivato.
Gli occhi miei non potranno mai dimenticare quel candido angelo che radioso mi affiancò d’innanzi all’altare, eravamo pronti per esseri iscritti nel Grande Libro della Chiesa.
Doveva essere il giorno più bello della mia vita, ma oggi lo ricordo come lo sbaglio più grande della mia esistenza. 
Tutto è passato, e di quel giorno nulla più sarà ricordato, ci siamo sempre imposti fedeltà e sincerità, ma ormai il male soffocava il tuo cuore, e la tua mente confusa e impaurita si ribellò a quella vita da te scelta. Tanto fu l’affetto che non mi concedesti e tanto fu l’onore che mi togliesti quando quella sera ti aspettai in silenzio per ore, solo per vederti o magari per parlarti, di quell’amore che tra noi stava ormai morendo, volevo che quel fiore non appassisse, che potesse ridare il seme del nostro amore, ormai perduto, a quella splendida farfalla che anni addietro se lo portò via con se, ma tu cancellasti quel mio desiderio con un gesto ignobile, quello di esserti concessa a quel destino che da tempo stava infierendo sul nostro amore, quella persona che ritenevi solo un amico, ma in realtà era solo quel Destino Vincente che cercammo di affrontare insieme.
Adesso che tutto è finito mi sono reso conto di quanto falso era il tuo amore, spero di tutto cuore che il destino possa ricambiare ciò che un tempo non hai voluto più amare.
Addio, persona Amata.



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Data di pubblicazione 21/7/2000 
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